Proseguendo si arriva a Zibello…
“Le ville che si vedono laggiù”, scrive Guareschi, “sono cose serie: grosse case quadrate col pianterreno, il primo piano e poi i solai coi finestrini a fetta d’anguria. Le finestre hanno la loro brava simmetria e sono messe tutte per il verso dei cristiani, col lato più corto in basso perchè i cristiani sono tutti col lato più corto in giù e il lato più lungo in piedi”. A Zibello si può vedere anche una cappella posta a guardia del fiume, mentre altre ancora si possono incontrare agli incroci delle strade. Per lo scrittore esse rappresentavano, oltre che un segno della devozione, preziose zattere di salvataggio per chi si avventurava nella nebbia fitta dell’inverno o il sole cocente dell’estate. Ma se l’occhio o lo spirito vogliono la sua parte, anche lo stomaco reclama la sua.Qui siamo nel regno del culatello, il famoso salume tipico della bassa padana.
“Da noi, Giovannino era di casa”, esordisce la signora Miriam, appartenente alla quarta generazione di proprietari della trattoria “La Buca”. “Da buongustaio qual era, sapeva apprezzare i nostri piatti tradizionali come i tortelloni di ricotta, erbetta e zucca o gli anolini in versione bianca, cioè con il ripieno di solo formaggio e pangrattato. E naturalmente il culatello, prodotto ancora oggi in modo tradizionale e del tutto artigianale”.
– Da Gente Viaggi
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